La città del Diario

 

Pieve Santo Stefano, è il primo comune toscano attraversato dal corso del Tevere e la vicinanza a questo favorì lo sviluppo del centro in epoca romana:  dai boschi di Pieve, allora denominata Sulpitia, partivano i tronchi che erano utilizzati per la costruzione di navi e templi, a Roma.  Proprio per questa sua vitale ma pericolosa vicinanza al fiume, nel 1855 Pieve subì un’inondazione che allagò tutto il paese per diversi mesi.


Durante il secondo conflitto mondiale si ritrovò ad essere parte integrante degli avamposti della Linea Gotica e nel 1944, i Tedeschi dopo aver sfollato il paese minarono le case di Pieve e le fecero saltare in aria. Si salvarono soltanto le chiese, il Comune e alcune strutture situate attorno alla Piazza delle Oche. L’Archivio Diaristico Nazionale, nato da un’idea del giornalista Saverio Tutino, raccoglie dal 1984 tutte le memorie storiche del paese, per rinsaldare la memoria e non dimenticare i tempi passati, oltre le difficoltà della storia. La sede dell’Archivio conserva oggi più di 6500 pezzi, un numero destinato a crescere grazie al Premio Pieve, che ogni anno fa arrivare centinaia di manoscritti. La grande risonanza della Fondazione ha fatto sì che Pieve fosse ribattezzata “Città del Diario“.

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