Un’esplosione di natura incontaminata e selvaggia dove fitti boschi si alternano a brulli dirupi rocciosi, territori di caccia perfetti per lupi e aquile. Immersi nel silenzio e nella pace è possibile ammirare piante rare, avvistare animali e riconnettersi con la natura.
La Riserva naturale Alta Valle del Tevere - Monte Nero, situata pochi chilometri a nord di Pieve S. Stefano, si estende sulla dorsale montuosa arcuata formata da Poggio Tre Vescovi (1.240 m s.l.m.), Poggio Bastione (1.193 m) e Monte Nero (1.228 m), che segna il confine tosco-emiliano, allungandosi verso sud fino a comprendere la zona del Passo delle Gualanciole. Essa rappresenta un territorio di confine tra l’Appennino Romagnolo dove nasce il fiume Tevere e il vicino Parco delle Foreste Casentinesi.
L’area è caratterizzata da un susseguirsi di boschi incontaminati, pascoli e aree rocciose. La forte pendenza e la difficile accessibilità della Riserva, soprattutto nel versante di Monte Nero, hanno permesso la conservazione di una particolare tipologia forestale chiamata Tilio-Acerion, costituita da fitti boschi di tigli e aceri, circondati da un’interessante flora endemica. La varietà del paesaggio e la ricchezza di specie vegetali, la rendono l’habitat ideale per i grandi predatori come il lupo, l’aquila reale e l’astore, ma anche per mammiferi come cervi e daini. Il Monte Nero con la sua morfologia aspra e particolare, consente di vedere la struttura geologica dell’Appennino, che è caratterizzato in questa zona da un susseguirsi di cunei rocciosi che si sono incastrati uno dietro l’altro durante le fasi di formazione di questo tratto di catena montuosa.
Gli insediamenti umani di questo tratto di Appennino si riducono ai piccoli centri abitati di Valsavignone, Castellare e Cirignone, antichi centri fortificati altomedievali, ai quali si aggiungono poche case coloniche sparse, tra le quali Le Gualanciole che ospita il centro visita.

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