Santuario della Verna


Donato a Francesco dal conte Orlando Cattani nel 1213, Il Sacro Monte della Verna è considerato uno dei luoghi più importanti della devozione francescana.

Il Poverello d' Assisi amava ritirarsi in preghiera e meditazione in questo luogo lontano, protetto dalle fronde degli alberi e nascosto a tutti nei numerosi anfratti e grotte che sorgono alle pendici del roccioso sperone calcareo del Monte Penna (1218 mslm). Nel settembre del 1224, durante una nottata di preghiera solitaria, Francesco ricevette le stimmate, ovvero le ferite del Cristo Crocifisso. Questo evento miracoloso e la successiva santificazione, diedero il via alla costruzione di diverse chiese e di un monastero in luogo della piccola cappella e delle cellette usate da Francesco e dai suoi confratelli. Ad oggi il Santuario della Verna ospita una numerosa comunità di frati e può accogliere centinaia di pellegrini.


Eremo di Cerbaiolo

Aggrappato ad uno sperone calcareo della dorsale appenninica, l'eremo di Cerbaiolo è da sempre considerato come una versione in piccolo del vicino santuario della Verna tanto che gli abitanti di queste terre hanno creato un simpatico modo di dire che recita: “Chi ha visto la Verna e non Cerbaiolo, ha visto la mamma ma non il figliolo”.

A dire il vero l' eremo è sorto ben prima del celebre santuario francescano ed addirittura sembra che in questo luogo vi fosse già un piccolo monastero fondato dal signore di Tiferno (Città di Castello) nel VIII secolo. Il monastero fu ben presto posto sotto il controllo dell'Ordine Benedettino, passando ai Frati Francescani solo nel 1306. Fra i personaggi che si ritirarono in preghiera a Cerbaiolo, oltre a San Francesco si ricorda anche Sant' Antonio da Padova, a cui è dedicata una cappella, e suor Chiara, scomparsa nel 2010 e custode per più di 40 anni dell' eremo.

 

Eremo della Casella

 

 

La tradizione narra che San Francesco, dopo aver ricevuto le Stimmate, lasciò la Verna per raggiungere Assisi il 30 Settembre 1224. L'itinerario che doveva seguire si snodava verso Monte Foresto e raggiungeva la località, sulla cima del monte, chiamata la Casella.

Da quell'altezza S. Francesco, rivolto verso La Verna disse: "Addio, monte di Dio! Addio monte Alvernia! Restati in pace, che più non ci vedremo." La prima traccia storica che si ha dell'Eremo porta la data del 30 Settembre 1228, giorno-anniversario della partenza del Santo. La popolazione delle parrocchie vicine, per quanto il luogo disti a più di un'ora di cammino dagli abitati, ha sempre considerato La Casella come un vero e proprio santuario francescano. La ricorrenza annuale per la quale ci si ritrova nel grande prato dell'Eremo è il giorno della festa dei Santi Pietro e Paolo.

 

Castello di Montauto

 

 


Il castello di Montauto, insieme a villa La Barbolana e al Castello di Galbino, é una delle dimore dell’antica famiglia dei Galbino. In questo luogo Francesco, dopo aver ricevuto le Stimmate alla Verna nel 1224, sostò per alcuni giorni. Qui Alberto da Montauto gli donò un nuovo saio ricevendo in cambio il vecchio abito. La Reliquia rimase nella cappella del castello fino al 1502 quando i fiorentini la portarono nella loro cittá. Il saio di Montauto è quello attualmente esposto al Santuario della Verna.

 

Eremo di Montecasale

L’Eremo di San Francesco a Montecasale edificio sacro, posto a 700 metri di altezza, edificato nella omonima località, entro il territorio comunale di Sansepolcro. La tradizione narra di un'originaria fondazione per mano di San Francesco, nell'anno 1213. L'Eremo è un luogo rappresentativo della spiritualità francescana, non solo per essere stato dimora del  Santo di Assisi, ma anche per essere stato sito testimone di numerosi prodigi, quale quello della “conversione dei tre ladroni”, operati da Francesco stesso.

Tra il Duecento e il Trecento si sviluppa, attorno all'immagine della Madonna in Trono col Bambino (scultura lignea policroma del XIII secolo) ancora visibile all’interno della chiesa, un culto mariano. Agli inizi del 1500, si insediano nell'Eremo, e ancora oggi vi risiedono, i Frati Minori Cappuccini. Il complesso conserva l'originario impianto dei più antichi conventi francescani, che si caratterizza con l'accostamento, di piccoli edifici funzionali alla vita monastica, attorno  ad un chiostro centrale, sorretto da grossi pilastri in pietra architravati. Un chiaro esempio di architettura povera, fatta con materiali provenienti dal luogo, ispirata alla semplicità della vita dei religiosi e in particolare alla vita dei francescani.